La "Strada della lana"
Le "meccaniche" di Pietro Sella
La grande epopea dell'industrializzazione tessile biellese è indissolubilmente legata alla figura di Pietro Sella (1784-1827) e alla sua battaglia per l'introduzione delle macchine, portata avanti - con determinazione - in un contesto sociale ed economico ancora fortemente condizionato da vincoli corporativi e da preclusioni governative. Studente presso le "regie scuole" di Biella fino al 1797, poi giovanissimo apprendista nell'azienda laniera di famiglia, Pietro Sella - "tanto operoso" da essere tacciato "d'irrequieto" - "volle viaggiare e vedere coi propri occhi a qual punto fosse l'industria dei pannilani all'estero". All'indomani della Restaurazione, saputo che l'inglese William Cockerill aveva aperto in Belgio un'officina di produzione di macchinari tessili, egli si recò dapprima in Inghilterra per verificarne in concreto il funzionamento e sulla via del ritorno, in Belgio, ne acquistò un esemplare per tipologia. Le "meccaniche", importate nel Biellese, vennero installate, nel 1817, nell'antico "Bator" di Valle Mosso, una cartiera riconvertita alla nuova destinazione d'uso e attrezzata con grandi ruote idrauliche: fu fondato così il "Gian Giacomo e Fratelli Sella", primo lanificio italiano a lavorazione meccanica. Si trattò di un evento epocale, e - superate le ostilità di operai e fabbricanti - del primo passo verso la rivoluzione industriale in Valle Strona e nel Biellese. Una "rivoluzione" alla quale lo stesso Sella contribuì anche in altro modo, con la creazione nel Biellese della prima officina per la fabbricazione di macchine tessili e, ancora, con la ricerca di nuovi mercati di approvvigionamento di lane pregiate da utilizzare per la fabbricazione di panni fini. E fu proprio, nel 1827, durante un viaggio alla volta del ricco mercato laniero di Pest, in Ungheria, che egli venne colpito da un "insulto apoplettico" che ne avrebbe affrettato di lì a poco la fine. (Maria Luisa Barelli)
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