Visita guidata
Venerdì 2 marzo, alle ore 20:45, presso la Chiesa Matrice di Trivero, visita guidata alla statua “Madonna del Carmine” di Giovanni Mainoldo, in occasione del terzo centenario (1718-2018).
L'evento è organizzato da DocBi, MIBACT, Parrocchia di Trivero Matrice con il patrocinio del Comune di Trivero. Interventi di Casimiro Debiaggi, Giovanni Vachino, Paolo Zanone. Video di Manuele Cecconello. Esattamente tre secoli fa, all’inizio del mese di marzo del 1718, lo scultore Giovanni Mainoldo (1662-1735) consegnava alla comunità di Trivero la statua della Madonna del Carmine che gli era stata commissionata appena due mesi prima dalla Confraternita del Carmelo. A distanza di 300 anni, una visita guidata all’opera d’arte, tra le più significative del Barocco piemontese, ne illustrerà la storia e la collocherà nel contesto artistico dell’epoca. Sarà lo stesso Mainoldo (Paolo Zanone di Teatrando) a raccontare come abbia realizzato la statua che verrà descritta attraverso una video intervista a Casimiro Debiaggi, noto studioso della scultura lignea valsesiana, che così la descrive nella scheda pubblicata nel catalogo di “Muovere”: “Nell’arco ristrettissimo di soli due mesi, il talento dello statuario crea un capolavoro di grazia, di eleganza, di raffinatezza. La materia perde il suo peso, il gruppo si libra, si dilata nell’atmosfera circostante con la levità spontanea dei gesti, lo sfarfallare increspato delle pieghe svolazzanti dell’abito prezioso e frusciante, mosso da una leggera brezza mattutina, in un’orchestrazione musicale di un fascino sottile, che solo la fantasiosa sensibilità di uno squisito barocco sapeva immaginare e realizzare, senza ripensamenti, senza pentimenti. Rispetto alle Madonne precedenti, i gesti si smorzano, si aggentiliscono, si placano con garbo sobrio, misurato; all’effetto spettacolare subentra una delicata dolcezza materna; si crea un colloquio più intimo, più profondo”. Grazie al restauro, eseguito alcuni anni orsono da Cristina Rapa, che ha recuperato al di sotto delle estese ridipinture l’originaria policromia, la preziosa statua del Mainoldo si è rivelata una delle sculture lignee più affascinanti e ispirate del primo Settecento piemontese. La Madonna del Carmine è stata assunta a simbolo di Bellezza nell’ambito del progetto “Muovere - Museo Virtuale delle Opere Restaurate”, sviluppato dal DocBi in sinergia con il Ministero dei Beni Culturali tramite la Soprintendenza competente che ne ha curato gli aspetti storico-artistici. In occasione della visita guidata in programma venerdì 2 marzo si intende sperimentare una diversa modalità di comunicare un’opera d’arte, favorendone la riscoperta, anche dal punto di vista del rilevante valore artistico, da parte della comunità che l’ha ospitata per tre secoli. Nel contempo si intende promuovere lo studio e la divulgazione dell’opera di Giovanni Pompeo Mainoldo - già oggetto del saggio del prof. Debiaggi pubblicato dal DocBi nel 2009 - al fine di attribuire allo scultore valsesiano, non adeguatamente conosciuto e apprezzato, quel ruolo di spicco, in ambito non solo locale, che grazie alla sua personalità artistica di forte individualità certamente gli compete.
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