BOGLIONI, GIOACCHINO (PROFESSIONISTA)

Dati anagrafici: 1799-1859.

Luogo di attività: Torino.

Periodo di Attività: 1839-1859.

Note: L’attività di Gioacchino Boglioni – uno dei primi fotografi della capitale sabauda – è segnalata a Torino già a partire dal 1839 in una litografia stampata da Doyen; lo studio fotografico fu aperto ufficialmente nel 1844 in via Carlo Alberto 13, come annuncia la Gazzetta Piemontese di quell’anno. Boglioni, pioniere della dagherrotipia, fotografo da studio e ritrattista, rispecchia il prototipo dell’artigiano fotografo torinese degli anni ’50 dell’Ottocento; nel suo studio si potevano trovare apparecchi per stereoscopie e attrezzature rarissime, alcune inventate dal Boglioni stesso. Nel 1850 ricevette la medaglia di rame all’Esposizione Nazionale dei Prodotti d’Industria di Torino insieme al fotografo Auguste Meylan: in questa occasione presentò alcuni dagherrotipi su carta e su rame, ovvero calotipie ottenute col metodo di Blanquart-Evrard. Si suppone che il Meylan frequentasse lo studio di Boglioni insieme a molti altri artisti e ne facesse uso professionale fino al 1861 quando lo studio venne trasferito al numero 23 di via Carlo Alberto, presso casa Suant Avena dove verranno realizzati anche ritratti equestri. Meylan, in società con Garcin, lavorò presso lo studio Boglioni e ciò è attestato dall’etichetta tipografica applicata al verso del dagherrotipo da loro firmato (“Dans le local de M.r Boglioni”). Il laboratorio del Boglioni doveva ricoprire anche un ruolo di divulgazione delle idee e delle novità sulla tecnica fotografica; il fotografo strinse infatti collaborazioni durature con altri fotografi francesi. Questo è verosimile in quanto nello studio erano in vendita le copie della Rivista della Fotografia «La Lumière», un giornale pubblicato a Parigi ogni sabato, a partire dal 1854, dalla Societè Français de Photographie. Inoltre anche la moglie di Gioacchino, Anne Seguai, era di nazionalità francese. Nel 1856 Gioacchino fondò una società con il figlio Filippo fino al 1859, anno della morte. E proprio nel 1856, precisamente il 3 agosto, si data una delle più antiche immagini fotografiche relative al Biellese, tra le primissime su supporto cartaceo, firmata proprio dal Boglioni: si tratta della sponda a “destra del rivo Sesiola presso Salussola” – come cita la minuziosa didascalia – della strada ferrata che ancora attraversa il territorio salussolese. Sul supporto di cartoncino una punzonatura a secco indica il nome dell’autore della fotografia: “Joachim Boglioni photographe in avenue Charles Albert 13”. Filippo proseguirà l’attività paterna con la denominazione “Fotografia Boglioni” fino agli anni ’70. Nel 1871 lo studio fotografico fu poi ceduto a Leone Tua, fondatore della Fotografia Roma e l’anno successivo a Ecclesia & Rondoni.

Pubblicazioni: Bergaglio B., Ricerche nel Piemonte Sabaudo, in L’Italia d’Argento. 1839/1859 storia del dagherrotipo in Italia, a cura di Bonetti M. F., Maffioli M., Firenze 2003; Craveia D., Étrangers photographes nel Biellese tra Otto e Novecento, in DOCBI 2014.

Fonti e bibliografia: Cassio C., Fotografi ritrattisti nel Piemonte dell’800, Aosta 1980; Miraglia M., Culture fotografiche e società a Torino 1839-1911, Torino 1990; Bergaglio B., Ricerche nel Piemonte Sabaudo, in L’Italia d’Argento. 1839/1859 storia del dagherrotipo in Italia, a cura di Bonetti M. F., Maffioli M., Firenze 2003; Craveia D., Étrangers photographes nel Biellese tra Otto e Novecento, in DOCBI 2014.


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<b>Scavo della trincea ferroviaria di Salussola, 1856</b><br />foto Gioacchino Boglioni

Scavo della trincea ferroviaria di Salussola, 1856
foto Gioacchino Boglioni




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